Codevilla
 
 
Il territorio comunale di Codevilla è situato nell’agro al confine fra la Pianura Padana e le prime colline dell’Oltrepò Pavese. Tale posizione favorisce una rinomata produzione vitivinicola che è certamente attività preminente del luogo, senza disdegnare tuttavia i larghi appezzamenti di pianura coltivati a seminativo che offrono un incantevole esempio della tradizionale campagna lombarda. Il capoluogo è situato nell’area compresa fra due esili corsi d’acqua, la Luria e il Corbetto (il primo è affluente del Po); si trova a 146 mt. s.l.m. e l’intero territorio comunale ha un estensione di 13 kmq. Frazioni dipendenti da Codevilla sono: Mondondone, Garlazzolo, Pontazzo, Piana, Rasei e Casareggio. Quest’ultimo centro secondo alcuni (fra cui lo storico Vidari) ospitò una residenza di caccia del re longobardo Alboino; sede presso la quale il sovrano ebbe modo di conoscere e interrogare più volte l’arguto contadino Bertoldo, le cui peripezie furono raccontate da Giulio Cesare Della Croce in una celebre opera del 600. Le colline prospicienti Mondondone e Piana ospitano boschi di latifoglie (in prevalenza roveri, roverelle; robinie; castagni; pioppi); da segnalare i sedimenti gessosi anch’essi siti nei pressi di Mondondone (esisteva nello scorso secolo una cava di gesso) e il fatto che numerosi fossili ritrovati nei secoli fra le rocce collinari testimonino l’antica presenza del mare in questi luoghi. L’esposizione dei terreni e un microclima particolarmente benigno favoriscono inoltre sui pendii la coltivazione dell’ulivo, specie tipicamente avvezza al clima mediterraneo ma già da secoli presente anche su questo territorio. Degne di nota inoltre le sorgenti sulfuree situate in prossimità della località Garlazzolo, recentemente riportate all’originario splendore dopo anni di degrado. L’antico villaggio da cui in tempi remoti ebbe origine Codevilla fu costruito in epoca romana lungo una delle due strade che collegavano Dertona (l’odierna Tortona) a Clastidium (Casteggio) e che, passando per Casalnoceto e Retorbido, potremmo ipotizzare calcasse all’incirca il percorso oggi in uso. Chiamato anticamente Lutae (la radice è la stessa che ha portato al nome del torrente Luria, dal Latino lutum, fango), se ne trova citazione già nel 482, anno in cui, secondo lo storico Giuseppe Salice, “fu eretta una chiesa in loco Lutae seu Caput Villae dedicata al Salvatore, la quale venne poscia creata in arcipresbiterale sotto il titolo di San Martino”. Lutae si trovava presso l’attuale cascina San Martino, e quindi in posizione distaccata rispetto alla Codevilla dei giorni nostri; fu costruito a ridosso di una rocchetta fortificata e dotata di mura, la quale fungeva probabilmente da avamposto del castello di Mondondone. Il più antico documento che parla della fortezza è un diploma dell’imperatore Federico Barbarossa dell’8 agosto 1164. Questi, dopo aver distrutto nel 1155 la città di Tortona, ne usurpò diversi possedimenti fra cui appunto la rocchetta, strappata all’Episcopio e concessa al Monastero del Senatore di Pavia (forse come compenso per l’appoggio ottenuto da questo alla causa imperiale) assieme a Mondondone, Casei, Voghera e Retorbido. Lutae e la sua fortezza furono distrutte dallo Svevo durante la sua quarta discesa in Italia, unitamente a tutti gli altri luoghi fortificati posti nelle vicinanze della traditrice Voghera. I superstiti dell’antico borgo furono probabilmente i fondatori dell’odierna Codevilla. Il nome stesso richiamerebbe appunto lo spostamento del centro abitato in una zona geograficamente superiore a quella dove sorgeva in precedenza (“in cò”, nel dialetto locale, è usato appunto per indicare un qualcosa situato più in alto rispetto a qualcos’altro); si può desumere come l’espressione “in cò dla vila” o Caput Villae nella forma ufficiale latinizzata possa aver dato luogo al nome di Codevilla. A sostegno di questa tesi troviamo un documento della fine del XII secolo (una trentina di anni dopo la distruzione di Lutae) che cita come visibile da poco fuori le mura di Voghera “la già sorta borgata di Codevilla”. È questa la prima volta che compare tale nome. Passato sotto il dominio visconteo nel 1358 nel feudo di Mondondone, fu dato dalla nobile famiglia milanese in potestà ai Beccaria con decreto ducale firmato in Pavia il 27 gennaio 1406. Nel 1590 Aureliano Beccaria morì senza eredi, e nel 1610 la Camera Ducale provvedette ad affidare il feudo a Giovanni Battista Rovida, con il titolo di conte. Con il passaggio ai Savoia avvenuto nel 1743 in seguito al trattato di Worms, il feudo di Mondondone fu trasformato in comune sotto la provincia di Voghera; nel 1814 la sede comunale venne spostata presso Codevilla, nel frattempo divenuto centro più sviluppato ed importante. Fra le curiosità riguardanti Codevilla si ricorda il primato del sig. Lodi, che fu sindaco per ben 42 anni a partire dal Dopoguerra e risulta pertanto essere il primo cittadino più longevo dell’Italia repubblicana.

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